Numero 64 - Anno XVIII - N°2

Hong Kong:
la Porta dell’Oriente


“Hong Kong, la porta dell’Oriente”: così era stata definita negli anni ’60 quando la Cina era chiusa agli stranieri ed era ancora una colonia Inglese.
Sono ritornato dopo ben 22 anni e l’ho ritrovata molto cambiata e non mi riferisco solo all’aeroporto, che all’epoca era in centro e l’arrivo era caratterizzato da uno slalom tra i grattacieli, ma anche nella crescita a dismisura della popolazione che ormai con la confinante Cina è un tutt’uno.
Hong Kong è sempre stata, anche in quel periodo, non solo la porta commerciale della Cina ma anche il luogo dove si poteva praticare il Kung Fu originale o almeno quello che all’epoca ci sembrava tale. I grandi stili come il Wing Chun o Wing Tsun, il Choy Lei Fut, l’Hung Gar e il Pak Siu Lam (Shaolin in Cantonese) e molti dei primi maestri che sono arrivati in Italia, venivano proprio da Hong Kong.
Mi ricordo che già all’epoca i migliori maestri cinesi come Wang Zhuang Hong, maestro del M° Wang Zhi Xiang ed altri avevano trovato ad Hong Kong un buon posto per insegnare perché aveva differenti prerogative: si parlava in cinese, si poteva avere allievi che arrivavano senza particolari problemi di visto, si mangiava bene e soprattutto vi era un libero mercato con cui poter guadagnare dal loro insegnamento, cosa ancora proibita in Cina in quegl’anni.
Oggi tutto questo non c’è più, il Dragone (come si dice in Oriente) si è “svegliato” e Hong Kong, ormai passata sotto la Cina, non è più la sola porta dell’Oriente, e questo grande cambiamento ha ovviamente coinvolto anche le arti marziali.
Pensate che le prime gare alle quali ho avuto il piacere di assistere ad HK erano per lo più gare di stili tradizionali e tai chi, ristrette alla comunità dell’isola, alle quali prendeva parte anche qualche straniero, ora nel XX secolo si organizzano dei veri e propri “colossal” di Wushu e Sanda.
La gestione è ormai in mano ai dirigenti di Pechino, che naturalmente impongono la loro visione sportiva.

L’8° Hong Kong Wushu Festival ha ricalcato pienamente l’attuale momento storico, come infatti mi aspettavo ci siamo trovati a partecipare ad una gara che, con l’apertura alla Cina, è divenuta, nell’ambito delle arti marziali, la gara più maestosa e affascinante del Mondo.
Noi, per non essere da meno, ci siamo presentati come PWKA Europe, almeno per cercare di equilibrare la nostra immagine con quella della “potenza” asiatica.
La nostra delegazione era composta infatti da Italiani, Francesi e Tedeschi. Eravamo 25 in tutto, contro 6000 cinesi ed altri 1000 stranieri tra Russi, Iraniani, Coreani, Giapponesi, Filippini ecc, per un totale di circa 42 nazioni.
Arriviamo con un perfetto volo diretto Cathay Pacific, che ci ha fatto risparmiare ben 11 ore in andata e altrettante al ritorno e, inaspettatamente, con quella meraviglia un po’ confusa che si leggeva negli occhi di tutti i ragazzi italiani presenti, l’Hotel era in Aeroporto. Conclusione: doccia rinfrescante per tutti dopo neanche un’ora dall’arrivo, chi viaggia sa cosa vuol dire tutto questo.
L’ottima organizzazione ci aveva prenotato un 5 stelle con piscina e spa incorporate, che sono state ben gradite dai ragazzi e soprattutto dai dirigenti.
Ragazze thai facevano massaggi rilassanti pre gara favolosi, lo confermo personalmente, avendo avuto la fortuna di provarne uno.
In seguito a questo avvio benaugurante, dopo soli due giorni, precisamente l’11 Marzo, ci siamo trasferiti in un altro Hotel il Mariott, della medesima categoria, distante solo 5 minuti ed adiacente al complesso della Asia World Expo, dove si sarebbe svolta la competizione. Già da un primo sopralluogo ci eravamo accorti della maestosità della manifestazione che ci aspettava.
Si stavano allestendo ben 12 tappeti di gara per un totale di 3000 metri quadri con la capienza di circa 40.000 posti; noi avevamo portato 2 striscioni per un totale di 90 metri quadri che subito aperti hanno prodotto qualche problema anche all’organizzazione perchè erano più grandi dei loro.
Così, risolto il problema diplomatico, ci hanno finalmente lasciato esporre gli striscioni. Uno di questi presente anche sul programma ufficiale riportava la pubblicità dei prossimi campionati Mondiali del 2013 di Vercelli, l’altro il logo della PWKA Europe. Il giorno stesso ci veniva anche fornito un volume di ben 433 pagine dove era stampato il programma con giorno, pedana e orari delle varie gare. Dopo una non facile decifrazione del programma, rigorosamente scritto in cinese, e grazie al prezioso aiuto del nostro Capitano l’Avv.
Olmo riuscivamo a dare a tutti i nostri atleti le indicazioni per i giorni successivi. Infatti a parte l’imponente sfilata iniziale, ognuno doveva preoccuparsi della propria gara e nonostante la presenza delle nostre accompagnatrici: la Ma Zhang Chun Li e mia cognata Yu Yuming, sapevamo che le giornate di gara sarebbero state molto impegnative e che una minima distrazione avrebbe comportato un’eventuale eliminazione.
A Francesi e Tedeschi davo il compito di controllare le pedane di Sanda, il M° Luis Michel Berose e il M° Ralf Hasenohr coach ben preparati assolvevano a questo compito senza problemi.
Il primo a gareggiare era il M° Marco Galiè di Roma che subito portava a casa 2 ori e 1 argento,ma soprattutto dava a tutti la carica, si cominciava bene.
Arrivavano però anche le prime, e fortunatamente uniche, note dolenti dalla pedana del Sanda dove uno dopo l’altro i nostri cedevano agli scatenati cinesi, che con la solita tecnica di controllo e proiezioni battevano prima un bloccato Ivan Iacopino del Team Cemmi di Domodossola che non riusciva ad esprimere il suo enorme potenziale e nonostante stesse quasi pescando un jolly con un calcio in pieno sul volto dell’avversario non ha avuto la forza necessaria per rifilargli un KO definitivo. La stessa sorte toccava poi anche all’atleta tedesco, benché arrivasse da un training di preparazione in Thailandia, il sistema cinese di proiezioni non gli lasciava scampo, nonostante ne bloccasse parecchie divaricando le gambe l’avversario riusciva a farne almeno una decina eliminandolo al primo turno.

Il migliore era Cedric, atleta francese che riusciva anche a vincere il secondo round e nel terzo controllava troppo l’incontro confidando sulla vittoria ai punti che naturalmente in casa cinese non poteva arrivare se non con una vittoria netta e inconfutabile.
Intanto Roberto Veneziani, nostro arbitro che per esigenze organizzative doveva sottostare alle rigide regole cinesi, cioè dormire e mangiare con gli arbitri cinesi e lavorare con turni di otto ore, ben si adattava ad arbitrare anche gare e stili che non conosceva. D’altronde abbiamo visto di tutto in pedana, dalle forme tradizionali alle moderne, da diversi tipi di Taiji sconosciuti in Italia al Taiji ball un tipo di tennis con racchetta e palla riempita di sabbia che però in questa gara era in forma di taolu a squadre, al posto delle armi le forme venivano fatte con la racchetta.
Aspettiamo il secondo giorno di gare e solo alla sera altri italiani sono in gara e sempre nel Sanda dove sono scesi in campo i nostri pesi massimi, aiutati nelle semifinali da un sorteggio favorevole dovendo combattere contro due iraniani che il giorno precedente avevano eliminato i due cinesi. Negli incontri internazionali avevamo un conto aperto con l’Iran dopo che anche in Corea nello scorso campionato IKFF avevamo dovuto cedere al loro strapotere. Iniziava Samuele Mileo del Team di Ferno del M° Nese che solo per un’incredibile ingenuità perdeva l’incontro che stava dominando ai punti, infatti non girava abbastanza una volta arrivato al bordo della pedana rialzata e l’avversario, più esperto, lo faceva uscire 3 volte sia nel primo che nel secondo round vincendo così il match.
Nell’altra semifinale il nostro imponente gladiatore romano Davide Araneo, dopo un buon inizio in uno dei primi attacchi riceveva un gancio destro che lo metteva al tappeto. Gli arbitri, nonostante si fosse ripreso non gli permettevano di continuare l’incontro.
Peccato perché potevamo fare di meglio, comunque nel Sanda portiamo a casa due medaglie di bronzo.
Il terzo giorno è stato però quello che ci ha regalato le maggiori soddisfazioni, il sottoscritto dopo 22 anni riusciva a vincere in Cina 3 medaglie d’oro nella categoria 53 anni specialità Taiji Chen tradizionale, Yang tradizionale e Spada Chen dove dovevo gareggiare contro altri due cinesi. Ori che vi assicuro ho dovuto sudare e per stare più basso possibile stavo rimettendoci un ginocchio.
Oltre ai miei 3 Ori era gloria comunque per l’intera PWKA che gareggiava in diverse categorie: 4 ori e 1 Argento per il M° De Somma, 4 Ori con il M° Giuliano e altri 4 Ori con il M° Nese, con il M° D’Agostino 1 Oro, 1 Argento e 1 Bronzo, per il già citato M° Galiè 2 Ori e 1 Argento.
Nella altre categorie si facevano onore atleti già plurimedagliati nelle precedenti gare internazionali: Massimo Rubino 3 Ori e 1 Bronzo, Massimo Scalzo 1 Oro e 2 Argenti, Luana Di Pasquale 5 Ori e 1 Argento e Arianna Marega 2 Ori e 1 Argento e 4° Duan acquisito dopo la prova d’esame.
A riprova che anche i giovani della PWKA si facevano rispettare riportiamo i 3 Ori per il giovane Daniele Pedrazzini, e 1 Oro e 2 Argenti per i rappresentanti del Team Vercellese: Claudio Corradino, Angela Oliviero e Serena Rubini.
Totale finale 33 Ori, 9 Argenti e 4 Bronzi, ora nessuno potrà dire che le vittorie sono arrivate in circuiti non ufficiali, questa è la prova che i maestri e gli atleti della PWKA non sono secondi a nessuno.
Se qualche altro maestro italiano vuole provare, basta che si iscriva alla gara il prossimo anno, noi ci saremo sicuramente con una squadra ancora più numerosa e competitiva. E speriamo che nel 2013 a Vercelli si possa superare in grandezza anche questo torneo che al momento è il più grande mai organizzato, almeno nel numero di partecipanti. Arrivederci a Hong Kong dall’11 al 15 marzo 2011, chi vuole aggregarsi alla PWKA è invitato.